lunedì 24 settembre 2012

Hollande: da sogno a illusione!


Neanche il presidente socialista è riuscito a resistere al calo dei consensi che ha investito i maggiori leader europei dopo la loro elezione. Hollande è considerato affidabile da meno della metà dei francesi, il 43% per l’esattezza. A rivelarlo è un sondaggio della Ifop Organisation per il Journal du Dimanche. I dati confermano anche che il 56% degli intervistati non si fida dell’attuale presidente francese, numeri confermati da altre due ricerche. 
Sabato scorso, durante la conferenza stampa con la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese ha chiesto di “essere giudicato sui risultati della sua politica, e per questo ci vorrà del tempo. Ci troviamo in una situazione difficile in Europa – ha precisato davanti ai giornalisti –. C’è una crisi importante, la crescita è debole, la disoccupazione dilagante, ma il mio dovere è garantire che, entro la fine del mio mandato, la Francia sia in una condizione migliore rispetto a quando sono stato eletto”.

venerdì 21 settembre 2012

Politica: la moda del "a mia insaputa"


L’elenco dei “non sapevo, lo scoproggi” è lungo e si tratta di nomi sempre importanti. Il primo è lui, Silvio Berlusconi: non sapeva che Rubyrubacuori era minorenne. Sapeva – di contro – che era la nipote di Mubarak, motivo per cui mandò Nicole Minetti in piena notte a prendere la giovin donzella in un commissariato milanese. Il secondo – e non potrebbe essere altrimenti – è l’ex rais Hosni Mubarak, legato a doppio filo con il nostro Paese proprio durante l’età in cui un pensionato dovrebbe essere lasciato in pace: prima di passare a miglior vita, infatti, ha scoperto che il premier italiano gli aveva affibbiato una nipote, a sua insaputa. Poi sono venute le rivolte e la caduta del regime.

giovedì 20 settembre 2012

Censis: 60% under 30 a casa con mamma


Non chiamateli più bamboccioni. Il “vorrei crescere ma non posso” è il vero dramma di una generazione abbandonata dalla politica e sostenuta dai genitori. Il 60,7% degli under 30 vive ancora con mamma e papà. Ma attenzione, non va molto meglio per i più “anziani”: il 25,3% tra i 30 e i 45 anni vive ancora con i genitori. A volte si tratta di una scelta. Spesso è una vera e propria necessità. Oggi l’aspirazione di un trentenne è quella di conquistare un contratto a progetto da 800 euro. Uscire di casa? Impossibile. Altro che generazione 1.000 euro. Tutti in famiglia. 

lunedì 17 settembre 2012

Befera: importante dare caccia agli evasori ma bisogna dare anche un riconoscimento ai contribuenti onesti


Dare un riconoscimento ai contribuenti onesti. È l'idea lanciata da Attilio Befera, direttore dell'Agenzia delle Entrate e presidente di Equitalia, parlando a un convegno organizzato dalla scuola di didattica Aidea all'università di Economia di Torino.
«Oltre a contrastare i comportamenti scorretti sotto il profilo fiscale - ha argomentato Befera - andrebbero a mio avviso premiati i contribuenti onesti o, più giustamente, occorrerebbe dare ad essi non tanto un ''premio'', quanto piuttosto il riconoscimento che meritano per la loro onestà».

Tutti pronti a difendere il valore legale del diploma che oggi non garantisce più un posto di lavoro


Siamo il fanalino di coda in Europa. Pochi laureati rispetto alla popolazione. Eppure, in Italia chi ha un titolo tasca stenta a trovare un lavoro adeguato alla propria preparazione. Difendiamo strenuamente il valore legale del titolo di studio tanto che il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e al governo dei tecnici sono costretti a fare marcia indietro. Ma un recente rapporto di Confartigianato recita che ben 44.700 laureati quattro anni dopo sono ancora a zonzo. C’è di più: secondo l’ultimo rapporto Ocse il tasso di occupazione tra il 2002 e il 2010 è sceso dall’82,2% al 78,3% per i laureati – nella fascia di età compresa tra i 25 e i 64 anni – mentre tra gli adulti diplomati è rimasto stabile al 72%. La difficoltà dei laureati italiani di trovare un impiego adeguato rientra in un problema più ampio che riguarda il passaggio dal mondo della scuola a quello del lavoro. 

mercoledì 12 settembre 2012

Confartigianato: elenco dei mestieri che i nostri laureati rifiutano


C’è un’Italia che vorrebbe lavorare ma assolutamente e solo nel campo per cui ha studiato. Salvo poi lamentarsi della disoccupazione. Secondo un recentissimo studio pubblicato dalla Confartigianato nel luglio scorso, infatti, sono migliaia i posti di lavoro liberi e le professioni che lamentano carenze di organico. A fronte di una difficoltà che riguarda un’assunzione su quattro nel mondo dell’artigianato, infatti, il nostro Paese fa contare 44.700 laureati in cerca di lavoro a quattro anni dalla laurea. Eppure il lavoro – a ben cercarlo – non manca. Ma è necessario sporcarsi le mani, lasciare a casa i libri per ottenere uno stipendio che molto spesso è anche ben più alto di quello di un laureato alla prima assunzione. E i nomi dei mestieri senza personale richiamano il lavoro manuale e la fatica. I settori “scoperti”. Il settore dove più elevata è la difficoltà di reperimento a causa della scarsità di persone che esercitano la professione – spiegano da Confartigianato – è quella dei pavimentatori e posatori di rivestimenti, “con il 26,6% delle assunzioni previste dal totale delle imprese, artigiane e non, che sono rese difficili dalla scarsità di offerta”. 


Ingroia, un pm verso il Parlamento


Ingroia? C’è da scommetterci che scenderà in politica. Dopo il viaggio in Guatemala, si intende. E l’ipotesi prende corpo anche sui social, con Chicco Testa e Pierluigi Battista che aprono le scommesse: “scommetto 1 a 5 che Ingroia torna per le elezioni”, dice il primo, “può essere, lui è molto disinvolto, non si fa certo prendere da queste fisime istituzionali”, ribatte il secondo. Il tutto mentre il Pinuccio di turno commenta glaciale: “Se Ingroia continua così diventa parlamentare, e un altro lo abbiamo sistemato”. Con una serie di indagini sulla trattativa Stato-Mafia che ancora devono conoscere una concretezza hanno e dove porteranno, l’esito dei mesi trascorsi in roboanti proclama politici da questo e da quel palco, per il magistrato siciliano un risultato potrebbero comunque portarlo: la candidatura. Per ora, però, le cronache registrano solo il richiamo dell’ANM: ”Tutti i magistrati, e soprattutto quelli che svolgono indagini delicatissime devono astenersi da comportamenti che possono offuscare la loro immagine di imparzialità, cioè da comportamenti politici”, ha sottolineato il presidente dell’Anm, Sabelli. Con l’esplicito invito a cambiare la classe dirigente Italiana, “Ingroia si è spinto a fare un’affermazione che ha oggettivamente un contenuto politico”, con il rischio “di appannare la sua immagine di imparzialità”, ammesso che di “imparzialità” si sia mai potuto parlare. Secondo Sabelli, il procuratore aggiunto di Palermo ha anche sbagliato, proprio come Di Matteo, ad assistere in silenzio alla “manifestazione plateale di dissenso nei confronti del capo dello Stato”, avvenuta domenica alla festa del Fatto, il quotidiano vicediretto da Marco Travaglio. “In una situazione così – sottolinea l’Anm – un magistrato deve dissociarsi e allontanarsi”. Quindi, da Sabelli, un invito a tutti i magistrati “a evitare sovraesposizioni e a non mostrarsi sensibili al consenso della piazza”. Ma si vocifera che anche Berlusconi chiesto al pm di scendere in campo: “Lei è bravo, si candidi”, gli avrebbe detto il Cavaliere. La risposta, indiretta, a Berlusconi è arrivata domenica, sottolinea Libero: “Al momento – ha spiegato Ingroia dopo aver fatto un pieno di pubblico alla Festa del Fattoquotidiano- io faccio il pubblico ministero, amo il lavoro che faccio. Come è noto tra qualche mese andrò a ricoprire un incarico delle Nazioni Unite in Guatemala, in linea con il lavoro che ho fatto finora nel contrasto al narcotraffico. Una mia candidatura alle prossime elezioni politiche? E’ troppo presto per parlare di queste cose. Intanto io continuo a fare il mio lavoro. Poi si vedrà”. Da qui al 2013 c’è tempo.

martedì 11 settembre 2012

Governo: multa da 500 euro per chi getta a terra gomme e sigarette

Il Governo vuol fermare quel tipico (e ormai storico) malcostume italiano irrispettoso di vie e piazze, anche quelle di interesse storico o archeologico



Dovrà pagare da un minimo di 100 euro a un massimo di 500 euro chi verrà colto a buttare per strada sigarette o chewingum: è questa l’anticipazione fornita da Agostino Ghiglia (Pdl), relatore del disegno di legge. Il Governo vuol fermare quel tipico (e ormai storico) malcostume italiano irrispettoso di vie e piazze, anche quelle di interesse storico o archeologico. Mozziconi e gomme, inoltre, verranno considerati “rifiuti speciali” e pertanto saranno previste norme speciali per il loro smaltimento, rinviando la concreta attuazione a un decreto del Ministero dell’Ambiente. Sarà inoltre istituita un’apposita raccolta differenziata. I Comuni dovranno installare ai margini delle strade degli opportuni raccoglitori per la raccolta.

lunedì 10 settembre 2012

Partiti: niente più nomi dei leader sul simbolo ma nel M5S il "nome" Grillo fa la differenza!


Caduto Berlusconi, sembra che qualcosa sia davvero cambiato. Non solo a Palazzo Chigi, si intende. Sono passati dieci mesi e, nonostante il Cavaliere promette di ritornare in campo, il berlusconismo sembra comunque arrivato al capolinea. E con lui questa strana seconda Repubblica con la personalizzazione della politica, soprattutto a destra. E pensare che nelle ultime elezioni del 2008 nei vari simboli di lista comparivano i nomi di Berlusconi, Bossi, Casini, Veltroni, Di Pietro e Santanché. Il Pdl ci pensa. Il primo effetto lo si vedrà a queste elezioni. Si ritorna all’antico. Via il nome del leader del partito dal logo. Addirittura nel Pdl, poderosa macchina da guerra del Cavaliere, oggi si sta pensando di togliere la parola “Berlusconi”. Certo, qui dipenderà se il grande capo tenterà effettivamente per la sesta volta di tornare a Palazzo Chigi. Altrimenti non sarà il nome di Alfano a fare la differenza. Ma il segretario sarebbe comunque orientato a mantenere il cognome del Cav nel simbolo, non si sa mai. Lega e Udc “senza leader”. Chi ha invece deciso è Casini: “Via il mio nome dal simbolo”. Verrà sostituito dalla parola “Italia”. La scelta arriva dopo quella presa dalla Lega a luglio. Il Carroccio sostituisce nel logo la parola “Bossi” con “Padania”. Una decisione che non è piaciuta molto a Roberto Maroni ma che rappresenta un giusto compromesso tra le due anime di via Bellerio. La sinistra con i leader. Chi invece non toglierà di certo il nome del proprio leader dal simbolo è l’Idv. Il cognome dell’ex magistrato di Mani Pulite rimane in bella vista nel logo, con caratteri più grandi rispetto al nome del partito. Eppure non era proprio Di Pietro a contestare a Berlusconi di essere “padrone” del suo partito? Anche Sel sembra destinata a mantenere il nome del suo carismatico leader, Nichi Vendola, nel simbolo. Senza di lui è un partito che non c’è. Il “doppio” simbolo del Pd. Strategia particolare quella del Pd. I democratici non hanno mai avuto nel simbolo ufficiale il nome del proprio leader. Ma nel 2008 hanno partecipato alle elezioni con un simbolo modificato con il nome di Veltroni, anche se non particolarmente in risalto. Cosa farà il Partito Democratico per le elezioni del 2013? Per ora non si sa. Si aspettano i risultati delle primarie poi sarà presa una decisione sul simbolo da presentare. Ma forse dipenderà anche dalla legge elettorale con la quale si andrà a votare. La presenza di Grillo. E il MoVimento 5 Stelle? Per ora l’unico simbolo riconosciuto è quello con la dicitura interna “beppegrillo.it”, indirizzo web del blog del comico genovese nel quale i 5 Stelle si organizzano.

venerdì 7 settembre 2012

La moda cresce a dispetto della crisi. +13,6% l'export

Milano capitale della moda italiana, anche in tempi di crisi. Lo affermano le cifre fornite dalla Camera di Commercio di Milano. Un dato che non lascia indifferenti sono i 15 miliardi di fatturato, su circa 100 miliardi a livello nazionale, registrati dalle quasi 13mila aziende di Milano e provincia
Ma forse è l'incremento del 13,6% dell'export il segnale più importante per il mondo della moda meneghina. Milano domina a livello nazionale anche sul piano degli addetti: in Italia sono più di 800mila, di cui ben 70mila, quasi uno su dieci, lavorano nel capoluogo lombardo.

giovedì 6 settembre 2012

Tra la Merkel e Draghi è una vera e propria guerra!


Un piano antispread con la possibilità di acquisti illimitati di bond da parte della Banca Centrale Europea. E’ quanto con ogni probabilità proporrà questa mattina Mario Draghi e fa già storcere il naso alla Germania che con la Merkel fa sapere: voteremo contro. La cancelliera ha fatto sapere che «può accettare» un piano di acquisti di titoli di Stato «temporaneo [...] ma non acquisti illimitati». Una scure sulle possibilità di dare un po’ di ossigeno all’euro e ai Paesi europei. Il piano, inoltre, riguarderebbe però solo i bond governativi a breve termine, con scadenze fino a due o tre anni. Secondo le indiscrezioni rivelate dall’agenzia economica Bloomberg, inoltre, la Bce vorrebbe “sterilizzare” i bond, impedendo così un effetto inflazionistico sull’euro. Ma il presidente della  Bundesbank, Jens Weidmann, con molta probabilità si opporrà all’immissione di liquidità nelle casse dei Paesi deboli mediante l’acquisto dei bond. Dalla Bce, invece, nicchiano. Interpellato sulla questione – scrive il Sole 24 Ore – un portavoce della Bce si è richiamato ad una recente presa di posizione in cui l’istituzione ha affermato che è fuorviante parlare di decisioni che non sono state ancora prese.  Si ricorda che ibond o obbligazioni sono titoli di credito. Si tratta, in buona sostanza, di un prestito concesso dall’investitore (che acquista) all’emittente dei bond: uno stato, un governo, una organizzazione internazionale o una società privata. Per alcuni si è trattato di veri e propri aiuti di Stato. Ma sulla questione le scuole di pensiero sono diverse. A differenza di un’azione, una obbligazione (o bond) non conosce rendimenti incerti  e l’emittente si impegna formalmente a ripagarne il capitale versato e gli interessi periodici previsti in base al tasso prestabilito.

Calcio, via i biglietti gratis ai politici!


Spending review nel calcio. Se le squadre di serie A vedono andar via i più importanti campioni – a tutto vantaggio nelle giovani leve italiche –, anche nelle serie minori si dà una sforbiciata. Non tanto agli stipendi dei calciatori – che non possono essere paragonati a quelli di De Rossi, Marchisio e Buffon – ma alle spese inutili. Ad iniziare dai biglietti gratis ai politici. “I politici devono pagare”. In principio fu il Pescara Calcio, neo promosso in serie A. La società, appena dopo Ferragosto, ha informato i vari politici della città che per la stagione 2012-13 non potrà concedere i 150 ingressi gratuiti dello scorso anno. Si salva solo il sindaco, Luigi Albore Mascia, e l’assessore allo sport, Nicola Ricotta. Per entrare allo stadio Adriatico-Cornacchia, tutti gli altri devono pagare. Ritorsioni e regolamenti. Ma a Pescara è subito rivolta. In molti, che hanno visto i propri privilegi toccati, si sono appellati all’applicazione dell’articolo 26 del regolamento comunale che prevede l’accesso gratuito alle manifestazioni sportive, oltre al sindaco e all’assessore, anche ai consiglieri comunali e agli altri componenti della giunta “al fine di vigilare sul corretto utilizzo dell’impianto”. E c’è anche chi minaccia di far pagare l’occupazione di suolo pubblico alla società. Meno posti alla politica, più posti ai disabili. Il motivo di questi tagli sembra risiedere nella necessità di venire incontro alle esigenze dei disabili che, di punto in bianco, si erano ritrovati con 75 posti in meno rispetto ai 100 della scorsa stagione. Dopo le loro proteste la società ha deciso di tagliare i biglietti omaggio proprio a chi ha più possibilità di pagare l’ingresso allo stadio. A Viterbo via biglietti gratis, sì agli sconti. Sull’esempio del Pescara, anche la Viterbese – che oggi milita nel campionato di serie D – ha deciso di tagliare tutti i biglietti gratis per i politici. Il motivo è semplice: “Dare un segnale agli sportivi e ai cittadini che, in questo momento di pesante congiuntura economica sono costretti a grandi sacrifici per seguire la squadra”, spiega la dirigenza della squadra. Ma anche per “contenere i prezzi a favore delle famiglie, degli anziani e dei ragazzi”. Infatti, con questa sforbiciata, la Viterbese garantisce consistenti sconti “famiglia”, riduzioni per giovani, donne e anziani.

martedì 4 settembre 2012

Bbc: nell'ultimo periodo Michael Jackson era ubriaco e scoraggiato

Nell'ultimo periodo della sua vita Michael Jackson era ubriaco e scoraggiato. Lo rivelano, a quanto riferisce il sito della Bbc, le 250 e-mail che si sono scambiati Tim Leiweke, presidente della societa' Anschutz Entertainment Group (Aeg) e il promoter del re del pop, Randy Philips, in occasione dei 50 concerti che Jackson avrebbe dovuto tenere nel 2009. Di queste mail e' entrato in possesso il quotidiano 'Los Angeles Times'.


Motorizzazione: non si ferma crollo immatricolazioni auto, -20,23% ad agosto

Non si ferma, come previsto, il crollo delle immatricolazioni che sul mercato italiano hanno fatto segnare ad agosto un calo del 20,23% rispetto allo stesso mese del 2011, con appena 56.447 auto nuove. Lo comunica la Motorizzazione che segnala anche un calo dei trasferimenti di proprieta' di auto usate, scese il mese scorso a 232.980, il 9,38% in meno rispetto a un anno fa.

L’aumento degli affitti, innescato dall’IMU, e il crollo dei consumi provocheranno la chiusura 150mila negozi nel 2012


Aumento medio degli affitti e crollo dei consumi, un mix devastante che rischia di mettere in ginocchio il settore del commercio, nel particolare i negozi le botteghe artigiane italiane. Ilgrido d’allarme è lanciato dalla Cgia (Associazione Artigiani Piccole imprese) di Mestre, secondo la quale sono a rischio, nel 2012150mila attività. L’Imu, l’imposta municipale unica che ha sostituito, a partire dal gennaio scorso, sia l’Irpef sui redditi fondiari delle seconde case, che l’Ici ha innescato un aumento degli affitti in fase di rinnovo dei contratti di locazioneTra gli affitti mensili più cari pagati da negozianti e artigiani tra il 2001 e il 2011, secondo una lista stilata dagli artigiani di Mestre, i centri storici di Bari e Genova risultano i più cari (+89,1%) e (+70,1%), seguiti da Torino (+57,4%) e Roma (53,4%). Venezia si piazza al top, in termini assoluti, con i suoi 7.228 euro per un negozio in centro, “solo” 1.794 euro per un’attività in periferia. E proprio l’hinterland delle grandi città ha fatto segnare un aumento importante negli affitti per i piccoli commercianti e gli artigiani: +82,6% a Bari, +57,8 a Torino, +48,4% a Roma, +46,7% a Cagliari. Un costo che è diventato insopportabile per i negozianti – precisa il segretario della CgiaMestre Giuseppe Bertolussi alla Stampa – se si pensa che questo è il risultato degli aumenti dei canoni di locazione negli ultimi dieci anni, delle tasse locali e delle utenze”. Non va meglio per lemicro imprese del commercio e dell’artigianato. Secondo l’Istat, tra il 2005 e il 2011, l’indice delle vendite del commercio fisso al dettaglio è diminuito del 4,7%, mentre le vendite della grande distribuzione sono aumentate del 6,6%. L’impatto maggiore dell’Imu sulla prima casa, invece, rispetto alla media nazionale si è registrato a Bologna (+140 euro, + 67%), seguita da Genova (+27%) e Napoli (+25%). Per la seconda casa, al primo posto si piazza Roma con 325 euro, seguita da Bologna con 319